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da Ritchie » 29/12/2010, 21:22
Purtroppo non mi risulta che esistano, in acque demaniali, regole che prescrivono come trattare il pesce; le uniche norme sono quelle sulle attrezzature consentite, sulle misure minime e sulle epoche di divieto. Per cui, ci possiamo lamentare sacrosantamente quanto vogliamo, ma fuori dalle acque regolamentate chiunque è libero di ammazzare le catture come meglio crede (ripeto, purtroppo); e spesso anche nelle acque regolamentate.
D'altra parte è vero che questi scempi sono all'ordine del giorno da quando sono arrivati "pescatori" forestieri. Evidentemente hanno un'altro rapporto con la natura, diciamo più utilitaristico.
E' proprio in considerazione di questa "novità" che bisognerebbe adeguare i regolamenti sulla pesca, anche quelli per le acque libere demaniali; inserire cioè il divieto di maltrattare il pesce che è permesso asportare, o consentire modalità precise per ucciderlo.
E per il presente, che fare? Il post di blackline lo dice chiaro: sorveglianza, ancora e sempre sorveglianza. Se per ogni chilometro di fiume, per ogni 5 o 10 km quadrati di campagna ci fossero delle guardie in azione (con i mezzi per intervenire), certi energumeni ci penserebbero due volte prima di compiere le loro gagliarde gesta.
Ma la sorveglianza costa.... e non mi pare che chi comanda in questo Paese voglia investirci molto.
Allora ci potrebbe essere un'alleanza fra noi pescatori veri, carpisti e non, e le autorità; noi segnaliamo, li sostituiamo in questa fase, purchè loro siano pronti ad intervenire. So che il CFI ed altre associazioni ne parlano, ed hanno anche fatto qualcosa di concreto, ma non è abbastanza.
Scusatemi se mi sono dilungato ma questi temi mi interessano più di tutto il resto.
PS le carpe non sono malaccio da mangiare, se prese in acque pulite e non fangose; ungheresi e romeni sono maestri nel cucinarle.