Salvati da un amico
Inviato: 19/10/2011, 22:13
Spero per voi che tutti abbiate il "posto amico", non importa dove. Quel luogo dove ci si va a rifugiare quando non si sa più dove tentare, o anche solo per dare un senso ad una giornata balorda, o per chiudersi fuori dal mondo, che vi accoglie sempre, bonario e ospitale, e che vi premia per esservi ricordati di lui....
Appuntamento con Nicola alle 5:30 in riva all'Oglio: volevamo farci una bella scandagliata per cercare punti di discontinuità, anche piccoli, nella grande sabbiaia che sta a lato della corrente, poi marcarli con dei segnalini e tentarli con una calata precisa e poca pasturazione.
Gommone al gonfiaggio, io stavo preparando i segnalini... "Mauro... si è rotta la pompa...". No.... Nnnnnooo.... NOOOOOOOOOO!! E adesso? Una stupida pompa a pedale, si è strappata la tela, d'ora in poi mai più, ci compreremo due pompe a mano... pensa se succedeva a trecento chilometri di qui, ci diciamo. Sì, ma adesso? I negozi aprono fra almeno 3 ore e non ci sarà più tempo... dove andiamo? Alle Lame... no, bisogna fare del plumbing, cercare nuovi spots... andiamo a casa, dài. Sì, andiamo a casa.
Ma... aspetta... la nostra vecchia cava, perchè no? Ci abbiamo preso per lo più di notte, ma possiamo provare, tanto perso per perso... uhmmmm... non ne avevo molta voglia, o più semplicemente era la rabbia per la giornata persa che mi spegneva ogni entusiasmo. Va beeeeeene, andiamo... risalgo in macchina mugugnando e mi accodo a Nick. Passiamo da casa sua a lasciare il gommone ormai inutile, al suo posto carichiamo il barchino, però le batterie non saranno al meglio...
In un venti minuti scarsi arriviamo, eccola la "nostra" cava. Sempre lì, sempre uguale, il tempo per lei sembra non passare mai.... quante volte abbiamo temuto di trovarla cambiata da un mese all'altro, basterebbe poco, un bidone di porcheria, un falò scriteriato. Invece no, lei è sempre lei, ed anche solo per questo torna la voglia di spendere al meglio questa giornata. Ci fermiamo un attimo ad ammirare il verde brillante degli alberi sulla sponda opposta, ora che sono illuminati dal sole, come già fatto tante volte. "Bentornati", sembra che il posto voglia salutarci... e qualcosa della frustrazione di poco fa già inizia a scivolare via.
I gesti consueti, poi iniziano i riti della calata: il barchino si deve sorbire 6 canne da mettere ciascuna dai 70 ai 90 metri, e dopo un pò l'indicatore della batteria va sul rosso, come previsto. Nick è riuscito a calare le sue, ora tocca a me e lui va sull'altra sponda per controllare che la calata sia alla giusta distanza da riva, mi guida a gesti.
Il barchino è ormai ai limiti con la batteria e lo leghiamo con il filo di una bobina di ricambio, per rischiare di non perderlo. il tutto è un pò laborioso, ma alla fine funziona; lui svolge il filo dalla bobina, io sulla sponda opposta col telecomando me lo faccio venire sotto e poi lo apro quando arriva alla giusta distanza da riva. Poi, Nick recupera a mano. Più team di così....
Finalmente siamo in pesca. Ci rilassiamo parlando di lavoro, io del mio e lui del suo, per un bel pò; intanto il nervosismo della prima mattina se ne va, di nuovo mi immergo nella pace di questo luogo, che le schioppettate secche dei cacciatori nemmeno scalfiscono.
Il tempo passa senza che nulla si muova, ma siamo sereni; oggi è andata così, almeno qui stiamo bene. Nicola dovrà andar via presto, fra le 5 e le 6, non c'era molto altro che potessimo fare. Ci facciamo qualcosa da mangiare, poi torniamo a chiacchierare: delle nostre esperienze di Endine, che ci hanno definitivamente cambiato come pescatori, del forum... poi torniamo a ragionare della "nostra" cava e conveniamo che dobbiamo tornare a fare una bella scandagliata, per cercare nuovi spots, ostacoli e discontinuità anche piccoli ma dove possiamo cercare qualcosa di davvero grosso. E' una lezione di Endine....
Il sole tocca la cima della montagna e sul lago scende l'ombra, ma non fa freddo ed il senso di intimità con questo luogo si fa sentire ancora più forte. Sono le 4 e stiamo in piedi accanto ai pods, parliamo fra noi ma giuardiamo l'acqua.... un solo suono, ma forte, ed il cimino che si piega! Partenza sparata con il baitrunner quasi completamente chiuso per aver calato molto vicino ad un albero caduto, se fosse stato di notte si sarebbe tirata dietro tutto, ma adesso c'è, la sento forte a 80 metri, che testate! Nicola vicino a me mi incita e grida, "Hai visto? Il nostro lago, hai visto?" Io con una parte di me sto vicino alla carpa, con l'altra ringrazio quasi commosso questo posto che non smette mai di regalarci soddisfazioni, anche così, preso come un ripiego, senza prepaparazione, tanto per far passar la giornata... lei intanto è bella tosta e non viene a galla, sottoriva riparte decisa ma me l'aspettavo e la frizione risponde bene. Eccola qui, bella e intatta, scura con i suoi grandi specchi, tozza e robusta, una "carpa inglese". E' la decima che esce da qui per noi, in sei sessioni consecutive senza mai cappottare. E quest'anno sono uscite solo di giorno....
Nick mi fotografa a raffica, poi la portiamo in acqua e la ossigeniamo con calma; le alzo la pinna dorsale, forte e dura. Eccola che se ne va...
Adesso so che la giornata è finita e non ne arriveranno più, lo so anche se abbiamo ancora un paio d'ore. Un regalo, uno solo, ma anche questa volta non è mancato.
In questo luogo seminascosto, in questo angolo fra i castagni ed i vigneti ci sono delle fate benigne per noi. Siamo stati qui tante volte senza pescare, per pulire, o anche solo per guardare... ed ogni volta che abbiamo cercato un bel pesce, lo abbiamo trovato. E' come se qualcuno volesse premiarci di essere umili, e fedeli. Non avete anche voi un posto così? Cercatelo....
Appuntamento con Nicola alle 5:30 in riva all'Oglio: volevamo farci una bella scandagliata per cercare punti di discontinuità, anche piccoli, nella grande sabbiaia che sta a lato della corrente, poi marcarli con dei segnalini e tentarli con una calata precisa e poca pasturazione.
Gommone al gonfiaggio, io stavo preparando i segnalini... "Mauro... si è rotta la pompa...". No.... Nnnnnooo.... NOOOOOOOOOO!! E adesso? Una stupida pompa a pedale, si è strappata la tela, d'ora in poi mai più, ci compreremo due pompe a mano... pensa se succedeva a trecento chilometri di qui, ci diciamo. Sì, ma adesso? I negozi aprono fra almeno 3 ore e non ci sarà più tempo... dove andiamo? Alle Lame... no, bisogna fare del plumbing, cercare nuovi spots... andiamo a casa, dài. Sì, andiamo a casa.
Ma... aspetta... la nostra vecchia cava, perchè no? Ci abbiamo preso per lo più di notte, ma possiamo provare, tanto perso per perso... uhmmmm... non ne avevo molta voglia, o più semplicemente era la rabbia per la giornata persa che mi spegneva ogni entusiasmo. Va beeeeeene, andiamo... risalgo in macchina mugugnando e mi accodo a Nick. Passiamo da casa sua a lasciare il gommone ormai inutile, al suo posto carichiamo il barchino, però le batterie non saranno al meglio...
In un venti minuti scarsi arriviamo, eccola la "nostra" cava. Sempre lì, sempre uguale, il tempo per lei sembra non passare mai.... quante volte abbiamo temuto di trovarla cambiata da un mese all'altro, basterebbe poco, un bidone di porcheria, un falò scriteriato. Invece no, lei è sempre lei, ed anche solo per questo torna la voglia di spendere al meglio questa giornata. Ci fermiamo un attimo ad ammirare il verde brillante degli alberi sulla sponda opposta, ora che sono illuminati dal sole, come già fatto tante volte. "Bentornati", sembra che il posto voglia salutarci... e qualcosa della frustrazione di poco fa già inizia a scivolare via.
I gesti consueti, poi iniziano i riti della calata: il barchino si deve sorbire 6 canne da mettere ciascuna dai 70 ai 90 metri, e dopo un pò l'indicatore della batteria va sul rosso, come previsto. Nick è riuscito a calare le sue, ora tocca a me e lui va sull'altra sponda per controllare che la calata sia alla giusta distanza da riva, mi guida a gesti.
Il barchino è ormai ai limiti con la batteria e lo leghiamo con il filo di una bobina di ricambio, per rischiare di non perderlo. il tutto è un pò laborioso, ma alla fine funziona; lui svolge il filo dalla bobina, io sulla sponda opposta col telecomando me lo faccio venire sotto e poi lo apro quando arriva alla giusta distanza da riva. Poi, Nick recupera a mano. Più team di così....
Finalmente siamo in pesca. Ci rilassiamo parlando di lavoro, io del mio e lui del suo, per un bel pò; intanto il nervosismo della prima mattina se ne va, di nuovo mi immergo nella pace di questo luogo, che le schioppettate secche dei cacciatori nemmeno scalfiscono.
Il tempo passa senza che nulla si muova, ma siamo sereni; oggi è andata così, almeno qui stiamo bene. Nicola dovrà andar via presto, fra le 5 e le 6, non c'era molto altro che potessimo fare. Ci facciamo qualcosa da mangiare, poi torniamo a chiacchierare: delle nostre esperienze di Endine, che ci hanno definitivamente cambiato come pescatori, del forum... poi torniamo a ragionare della "nostra" cava e conveniamo che dobbiamo tornare a fare una bella scandagliata, per cercare nuovi spots, ostacoli e discontinuità anche piccoli ma dove possiamo cercare qualcosa di davvero grosso. E' una lezione di Endine....
Il sole tocca la cima della montagna e sul lago scende l'ombra, ma non fa freddo ed il senso di intimità con questo luogo si fa sentire ancora più forte. Sono le 4 e stiamo in piedi accanto ai pods, parliamo fra noi ma giuardiamo l'acqua.... un solo suono, ma forte, ed il cimino che si piega! Partenza sparata con il baitrunner quasi completamente chiuso per aver calato molto vicino ad un albero caduto, se fosse stato di notte si sarebbe tirata dietro tutto, ma adesso c'è, la sento forte a 80 metri, che testate! Nicola vicino a me mi incita e grida, "Hai visto? Il nostro lago, hai visto?" Io con una parte di me sto vicino alla carpa, con l'altra ringrazio quasi commosso questo posto che non smette mai di regalarci soddisfazioni, anche così, preso come un ripiego, senza prepaparazione, tanto per far passar la giornata... lei intanto è bella tosta e non viene a galla, sottoriva riparte decisa ma me l'aspettavo e la frizione risponde bene. Eccola qui, bella e intatta, scura con i suoi grandi specchi, tozza e robusta, una "carpa inglese". E' la decima che esce da qui per noi, in sei sessioni consecutive senza mai cappottare. E quest'anno sono uscite solo di giorno....
Nick mi fotografa a raffica, poi la portiamo in acqua e la ossigeniamo con calma; le alzo la pinna dorsale, forte e dura. Eccola che se ne va...
Adesso so che la giornata è finita e non ne arriveranno più, lo so anche se abbiamo ancora un paio d'ore. Un regalo, uno solo, ma anche questa volta non è mancato.
In questo luogo seminascosto, in questo angolo fra i castagni ed i vigneti ci sono delle fate benigne per noi. Siamo stati qui tante volte senza pescare, per pulire, o anche solo per guardare... ed ogni volta che abbiamo cercato un bel pesce, lo abbiamo trovato. E' come se qualcuno volesse premiarci di essere umili, e fedeli. Non avete anche voi un posto così? Cercatelo....
- la nostra arma segreta....
Mauro bel racconto
