Le boilies e le stagioni

Discussioni generali relative alle boilies per carpfishing ed alle vostre ricette self made

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Ritchie
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Le boilies e le stagioni

Messaggio da Ritchie » 02/11/2010, 22:28

Premessa 1: siamo in acqua libera
Premessa 2: pressione di pesca zero, o zero virgola.
Da quando si sono formate le mie idee sul carpfishing (cioè da un anno o poco più) sono sempre stato un sostenitore della “teoria della boilie scarica”, ovviamente con le non poche, validissime eccezioni. Un po' per la convinzione che mi viene da lunghi ragionamenti, un po' per reazione istintiva allo sproloquio di additivi, aromi, essenze, oli ed intrugli che il mercato ci propone (o ci propina).
Per spiegare questa mia teoria (che di riscontri pratici sul campo non ne ha ancora molti, lo dico subito) si presta bene una breve analisi di come, a mio parere, le carpe si comportano nei confronti delle boilies col passare delle stagioni, ovvero con il variare della temperatura dell'acqua e ruotando attorno a quello che per loro è il momento fondamentale dell'anno, l'epoca della riproduzione.

INVERNO
Tutti sanno che con le basse temperature le nostre amiche riducono di molto l'attività alimentare, fino ad annullarla al di sotto di certe temperature del loro ambiente (chi dice 7-8, chi dice 5 gradi). Ad una temperatura inferiore ai 10 gradi il loro metabolismo è già molto rallentato; questo significa che, per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, le carpe cercano cibo solo dove hanno la massima probabilità di trovarlo. Se il loro vissuto gli dice che in quelle condizioni non c'è verso di trovare cibo, animale o vegetale che sia, non spenderanno energie per cercarlo, oserei dire che il concetto di cibo gli diventa quasi estraneo. Lo stesso vissuto le avrà portate a correre ai ripari in autunno, cercando il massimo nutrimento possibile.
Se, in condizioni appena migliori, il cibo esiste ma è raro e prezioso, loro saranno portate, nei momenti di fabbisogno alimentare, ad una ricerca “a tappeto”; vale a dire applicheranno al meglio l'arte delle grufolata. Selezioneranno certi spot e ne areranno il fondo ingerendo di tutto, tranne ciò che per esperienza precedente hanno imparato a rifiutare. Sarà il loro organismo a trattenere ciò che effettivamente le nutre, ed espellere il resto.
In questa situazione, l'uso di boilies con gusti o aromi particolari non ha nessun significato. Non dico che è controproducente (secondo me in molti casi lo è); semplicemente è uno spreco di fatiche e soldi. Un aroma qualsiasi, anche a base alcolica, si disperde troppo poco per essere efficace; se agisce concentrandosi solo nell'intorno della boilie può casomai figurare come elemento estraneo, insospettire. Pensate al pva; un sacchettino o uno stringer che in estate si scioglie immediatamente anche solo su un dito umido, in inverno impiega 2 o anche 3 minuti a dissolversi.
Quindi, la mia opinione è che una boilie deve “inserirsi” nell'ambiente dove le carpe cercano il poco cibo che trovano, facendo meno “rumore” possibile; la carpa la ingerirà come tutto ciò che non le desta sospetti. A questo punto comincia un'altra musica; come l'ha ingerita, la deve poter espellere senza fatica (il fatto che siano presenti o meno i principi nutritivi di cui ha bisogn oè cosa di cui non si accorgerà certo nell'immediato), e deve poterle lasciare un “buon ricordo”; un gusto che la distingua, senza essere aggressivo, molto dolce, molto pepato, molto salato.
A questo punto si potrebbe obiettare che, se le cose stanno così, bastano delle palline di mais, o di farina. Certo che no; noi stiamo attuando, e magari per parecchio tempo, una pasturazione che, se non porta alla carpa degli elementi nutritivi più o meno corretti, le causa certamente degli scompensi (troppe o troppo poche proteine, o carboidrati, o grassi, o troppo di tutto, o troppo poco di tutto); cosa alla quale lei certamente reagirà evitando ogni cosa le ricordi quelle palline. Quindi, ed è questa una delle scoperta di cui siamo debitori ai maestri inventori del carpfishing, nascono i mix e... le infinite discussioni su di essi.

ESTATE
La metto dopo l'inverno, perchè queste due stagioni molte volte si assomigliano, nel senso che in entrambe si fanno... clamorosi cappotti. L'estate però, a differenza dell'inverno, è una stagione molto complicata. Innanzitutto si divide in due periodi, quello immediatamente successivo alla frega ed il seguente. Nel primo le carpe sono indotte ad alimentarsi con vivacità per recuperare le forze dopo il grande stress della riproduzione. Nel secondo, conteranno molto le condizioni atmosferiche: siccità e calura prolungate le renderanno apatiche come e peggio che in inverno, di contro l'alternarsi di fresco e sole, un clima vario e mediamente mite le terranno sveglie e vivaci.
Quando l'ambiente è in condizioni ideali per la vita (quindi, al di fuori dei freddi invernali e delle calure estive), anche la carpa lo è, e quindi è portata naturalmente ad interessarsi a molteplici fonti di cibo, anche nuove e sconosciute. E' qui che ha senso “condire” la boilie con qualcosa che la faccia risaltare nel gran numero di alternative di cibo che la carpa trova; siamo all'uso degli attrattori, o aromi. Con molto giudizio, però: un aroma, un'emulsione, deve esserci solo per quanto basta ad avvertire la carpa di qualcosa di diverso e potenzialmente commestibile; il variare del ph, l'alterazione degli “odori” che il pesce avverte nella sua ricerca del cibo, devono essere minimi. A molti piace il profumo del soffritto in cucina, ma quando è troppo si gira al largo e si aprono le finestre... tanto per intenderci. Stiamo parlando di acqua libera e di spots vergini o quasi, ricordo.
Per questo non capisco l'uso spesso ”sovrapposto” di n aromi e oli in uno stesso mix; ad essere sinceri ritengo che in un'acqua a oltre 15 gradi già gli aromi naturali di certe farine siano sufficienti a fungere da attrattori, ma non voglio essere ”fondamentalista”...

PRIMAVERA ED AUTUNNO
Qui, il comportamento della carpa verso le boilies è lo stesso: “alla caricaaaaaaa!!”. Anche se per ragioni diverse: in primavera prevedendo le grandi fatiche (veramente sfiancanti) della riproduzione, in autunno prevedendo la carestia o quasi dell'inverno.
Fatte salve le solite buone regole della digeribilità e della moderatezza per non bruciare lo spot ed i pesci, in queste stagioni ci si può prendere soddisfazioni provando qualcosa di bizzarro, anche di gusto molto lontano dal “naturale”. Ci sono però delle importanti differenze da considerare.
In primavera la temperatura media dell'acqua resta ben al di sotto dei 12-13 gradi per parecchio tempo, anche dopo che l'aria è salita sui 20 gradi. Le carpe sono spinte alla ricerca del cibo in vista della riproduzione, ma l'ambiente circostante non è ancora in grado di offrirgliene in gran quantità ed il loro stesso metabolismo non è ancora intenso. Quindi, per buona parte della primavera (grossolanamente fino a tutto Aprile) il loro atteggiamento verso il cibo sarà di tipo “tardo invernale” più che “primaverile”: pochi punti dove il cibo può effettivamente essere trovato, ancora poche energie da spendere ma necessità di alimentarsi di più, quindi durata maggiore del tempo dedicato all'alimentazione, mantenendosi negli spot invernali o aggiungendone pochi altri. Entro un simile comportamento non trovano ancora posto mix complessi e molto ricchi di essenze ed umori; oltre a costituire una “stranezza” che il pesce non è ancora pronto per apprezzare, possono risultare inutili, dato che il modo di alimentarsi è ancora quello invernale, teso alla massima economia: grosse grufolate e raspate nelle quali la carpa tira su il commestibile e non, ci penserà il suo organismo a selezionare. Cercare il cibo meticolosamente e sceglierlo, anche se ce ne fosse in abbondanza, costa ancora troppa fatica.
Per contro, in autunno noi siamo già con la giacca ma sott'acqua si vive un clima ancora estivo; fino a Novembre inoltrato l'acqua rimane tranquillamente sopra i 12-13 gradi e, quel che più conta, le temperature scendono lentamente. Non per niente questa è la stagione più bella e “sicura” per il carpfishing; le carpe si alimentano senza tentennamenti, da una parte spinte dall'ambiente ancora ricco di cibo, dall'altra tirate dal presentimento dell'inverno.... ed allora? Via libera ai mix più fantasiosi, agli aromi più esotici e pungenti, agli oli più inebrianti... certo. Peccato che a quell'ora le carpe avranno già imparato da tempo a conoscere ed apprezzare le mie boilies “scariche”.

Adesso mi sarò fatto un sacco di nemici.... mi sta bene, sono un presuntuoso, credo di saperla lunga. E sono anche verboso, non mi riesce di sintetizzare... No, davvero, è solo che ci ragiono sempre molto perchè conoscere qualcosa del comportamento delle carpe mi interessa tanto quanto mi disinteresso dell'ultimo avvisatore alla moda. Ma la cosa a cui tengo veramente è che questi miei ragionamenti possano essere la base per una discussione onesta. Alla fine della quale, chissà, forse avrò cambiato idea.


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Re: Le boilies e le stagioni

Messaggio da LT [Large Tail] » 04/11/2010, 16:44

Nemici? Verboso? :D
Nemmeno per idea! 8-)
Anch'io a volte mi dilungo nelle mie esplicazioni ma quando ci vuole ci vuole.....

Assolutamante d'accordo su tutto quello che hai detto! :12:

Avanti così!
:8:

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Re: Le boilies e le stagioni

Messaggio da Ritchie » 04/11/2010, 18:56

LT [Large Tail] ha scritto:Nemici? Verboso? :D
Nemmeno per idea! 8-)
Anch'io a volte mi dilungo nelle mie esplicazioni ma quando ci vuole ci vuole.....

Assolutamante d'accordo su tutto quello che hai detto! :12:

Avanti così!
:8:
Sei una consolazione, grazie!
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