E' destino che ogni volta che si tocca l'argomento "laghi a pago / libera" mezzo forum si metta in movimento, ed è logico che sia così, vuol dire che l'etica ed il rispetto di pesci ed ambiente è sempre un tema sentito. Proprio perchè si gira intorno all'etica, che è in parte una questione soggettiva, non si arriva mai (non si arriverà mai) ad una presa di posizione condivisa da tutti.
In questo caso la domanda iniziale era ben precisa: voi prelevereste le carpe da un lago dove vengono pescate e portate via in massa, per liberarle in un'acqua vicina, dove invece possono vivere in relativa tranquillità? La mia risposta è no, il pesce deve poter vivere nel suo luogo naturale di nascita, crescita e riproduzione. Anche questa è una questione di etica. Se in questo luogo è insidiato con mezzi non leciti, e/o prelevato contro i regolamenti, la cosa va denunciata, ma non dal solito buon samaritano che diventa inevitabilmente un pirla, bensì da noi carpisti, in massa. Altrimenti, cioè se tutto è fatto nel rispetto dei regolamenti, non si può fare altro che assistere, impotenti.
Ho nella mia ditta due romeni (non nascondiamoci dietro un dito, la maggior parte delle volte siu parla di loro), con i quali ho scambiato quattro parole sui loro compatrioti pescatori, ovviamente non in modo polemico. Mi hanno risposto che in Romania tutti pescano carpe, e le pescano per fame. Quando arrivano qui non fanno altro che proseguire in quello che già facevano nel loro Paese; tra l'altro, a differenza di molti nostrani, sono bravissimi nel cucinarle, non buttano via nulla. Quindi, dato che nella maggioranza delle acque libere non c'è divieto di asportare il pesce (casomai lo si può fare in quantità limitata), non possiamo prendercela con chi, romeni o no, porta via il pescato, purchè lo faccia sempre nel rispetto dei regolamenti.
Nella domanda iniziale i laghi a pago mi pare di capire c'entrassero poco, ma, come detto, è inevitabile che li si tiri in ballo quando arrivano sul tavolo argomenti di questo tipo. Tutti, dico tutti, quelli che hanno postato, hanno detto cose giuste, le differenze sono nelle sfumature e, soprattutto, nei mezzi con cui si potrebbe tentare di combattere il fenomeno "flying carps". Non intendo riempire pagine di concetti già tante volte espressi da altri, ma ribasdisco in sintesi il mio pensiero:
1) come ha messo in luce egregiamente gobbonegg, i laghi a pago hanno svolto un ruolo fondamentale nella nascita e successivo sviluppo del carpfishing nel nostro Paese, ma oggi questo ruolo è limitato a quello di "parco divertimenti", dove (giustamente) si reca chi per vari motivi non può, o non sa, rivolgersi alla libera
2) nel contempo il numero di laghi a pago è cresciuto a dismisura, è nato un business dalle regole incontrollate dentro il quale c'è di tutto, realtà gestite in modo corretto ed altre che sono dei veri e propri lupanari, ma siccome dentro c'è la carpa di taglia, o comunque le partenze assicurate, in molti se ne fregano e ci vanno. Questo è il lato del fenomeno laghi a pago che dobbiamo combattere, non i laghi a pago in sè. Anzi, i laghi "buoni" potrebbero diventare nostri alleati
3) sul carpfishing in libera girano luoghi comuni sesquipedali: è pericoloso, è difficilissimo, si prende solo di notte, etc. Poi si scopre che si parla del... Po!. Io non sono un carpista di lungo corso, il mio curriculum è il seguente ed assomiglia a quello di tanti altri:
- ho iniziato in laghi a pago, alcuni carini, altri un cesso
- 2 anni e mezzo fa ho iniziato con la libera, assieme a dei compagni
- ho fatto la prima notte in libera a Luglio 2010, quindi ieri mattina rispetto a tanti altri
- da 2 anni pesco esclusivamente in libera, nei laghi a pago solo in occasione di raduni PCF
- non ho mai avuto problemi di alcun genere
- la libera mi ha dato tante e tali soddisfazioni, più nello spirito che nelle catture, che ho deciso da tempo: il giorno che non potrò più pescare in libera, smetterò di pescare (ovviamente è un fatto del tutto personale).
E state parlando con uno che nei suoi inizi in laghi a pago si divertiva parecchio.
4) quindi, per contenere il fenomeno dei laghi a pago e contribuire a che il pubblico li selezioni e scelga i migliori, il "ruolo" del carpista cosciente è quello di far conoscere la libera e sfatare i falsi miti: è pericolosa, non si prende nulla, nelle acque libere non c'è più pesce, non ci sono le big... balle sonore com'è vero che di nome non mi chiamo Ritchie
5) se questo sarà possibile, allora avremo raggiunto un doppio risultato: liberare il mondo dalla fetenzia di certi laghi a pago che di lago non hanno niente (ma "a pago" lo sono di certo), e popolare le acque libere di carpisti, l'80% dei quali rispetta etica e regolamenti, e quindi svolge una naturale ed efficace funzione di monitoraggio, controllo, segnalazione e dissuasione.
.... Augh!